Non avevo mai incontrato qualcuno che dicesse di credere in me, né a casa né a scuola, fino al giorno in cui, seduto su una panchina a 1600 km da casa, all’età di 19 anni, ricevetti l’invito a pranzo da parte di una sconosciuta che stava per riabilitare la mia vita!
Fino a quel momento, la mia vita sembrava dover svanire fra le migliaia di altre perdute della “hippy generation“, ma quell’esempio d’amore mi diede una ragione per vivere… Tutto accadde quando il mio cuore fu scosso da una sua forte e potente affermazione: “Gesù crede in te“!
Come poteva però credere in me uno che io ritenevo solo un mito, e che, se mai fosse davvero esistito, era ormai scomparso da duemila anni? La risposta della donna alla mia provocazione (“Te l’ha detto Lui che crede in me?”) conteneva un precetto che avrebbe illuminato il resto della mia vita: “Questa mattina, mentre rassettavo la casa, ho chiesto a Gesù come rendermi utile. Lui mi ha risposto: “Affacciati alla finestra! Vedi quel ragazzo su quella panchina? Ha bisogno di Me, invitalo a pranzo!”
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Affacciati alla tua finestra!
Quella frase, pronunciata da una donna che sosteneva di dialogare con Dio, sebbene non è tratta dalla Bibbia, riassume un principio che io credo sia fondamentale per ogni vero discepolo di Cristo. Tutti noi, non importa quanto siamo affaccendati a “rassettare la casa” della nostra vita e a mettere in ordine le priorità che affollano la nostra quotidianità, possiamo avere ogni giorno un dialogo con Dio e ascoltare la Sua voce che ci dice: “Affacciati alla finestra della tua vita! C’è qualcuno là fuori seduto su una panchina, in attesa del treno che lo condurrà alla realizzazione del suo destino. Ha bisogno del Mio amore, invitalo a pranzo con Me e fagli gustare e vedere che Io lo amo” (Salmo 34:8)!
In questo momento c’è qualcuno seduto su una panchina sotto la finestra della tua vita! Stai ascoltando la voce di Dio che t’incoraggia ad invitarlo a pranzo con Lui (Matt. 22:4)? Dio crede in quella persona, ma ha bisogno che tu glielo dica! Non dare ascolto all’altra voce che ti dice di lasciar perdere, “sei troppo occupato con cose più importanti”. Gesù disse che “una sola cosa è necessaria” (Luc. 10:42) e deve avere priorità nella nostra vita, “ascoltare la Sua parola” (Luc. 10:39) ed esserne “facitori, non solo uditori” (Giac. 1:22).
“Chiunque ascolta le Mie parole e le mette in pratica, lo paragono ad un uomo avveduto, che ha edificato la sua casa sopra la roccia” (Matt. 7:24).
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Come faceva quella donna a sapere che proprio su quella panchina, poco prima di ricevere il suo invito a pranzo, io avevo sfidato il cielo a darmi una ragione per vivere? È possibile che “Qualcuno” lassù avesse colto la mia sfida e mi stesse ora dando una risposta? O era solo una coincidenza? In quel momento, il travaglio della mia anima era talmente forte che mi sentii spinto ad alzarmi dal tavolo e a dirigermi verso la porta, con la scusa che era tardi e dovevo incontrare qualcuno … Naturalmente non era vero, volevo solo fuggir via da lì!
La donna, rendendosi conto del conflitto in corso, mi disse: “Non posso trattenerti se vuoi andare, ma permettimi un’ultima cosa…”. Aprendo la sua borsetta e svuotando il borsellino di tutto il suo contenuto, mi mise in mano dei soldi, senza contarli, e disse: “Accettali come se fossi tua madre e torna a casa dai tuoi… tua madre sta male e ha bisogno di vederti!”
La ringraziai e uscii da lì di corsa, continuando a correre per chilometri lungo tutta la città, mentre dentro mi sentivo strattonato fra due voci che si contendevano la mia anima con pensieri vividi nella mia mente: una urlava che la donna era una povera matta, e che era solo un caso che mi avesse visto dalla finestra proprio nel momento in cui lanciavo la mia sfida al cielo! L’altra, invece, con “un dolce sussurro” (1Re 19:12) mi assicurava di aver “udito la mia preghiera e visto le mie lacrime…” (2Re 20:5).
Mi trovai improvvisamente alla stazione di Palermo, ricordando le ultime parole della donna: “tua madre sta male e ha bisogno di vederti”! Senza rendermi veramente conto di ciò che stavo facendo, chiesi al bigliettaio quanto costasse un biglietto di 2° Classe per Asti. Non avendo capito che stavo chiedendo solo un’informazione, lui stampò il biglietto e mi disse: “£.8,200 lire. Sbrigati, però, perché il treno sta per partire!” Non avendo soldi se non quelli che mi aveva dato la donna prima di uscire, li tirai fuori dalla tasca e… erano esattamente £.8,200 lire! Non una lira in più, né una in meno! Una grossa cifra nel 1973, se pensate che oggi il costo della vita è circa 30 volte tanto! Non ebbi neanche il tempo di pensarci, afferrai il biglietto e corsi al binario, facendo appena in tempo a salire sul treno che questo partì!
Trovai uno scompartimento vuoto, chiusi le tende, e scoppiai a piangere, rendendomi finalmente conto che stavo tornando a casa, dopo più di un anno “on the road”, e domandandomi se la mia “ricerca di una ragione per vivere” fosse veramente finita… Come una risposta, in quel momento mi accorsi che, fra i soldi, la donna aveva inserito anche un foglietto che mi era rimasto in mano dopo aver pagato il biglietto. C’era scritta una frase di Gesù, tratta dal Vangelo di Giovanni, 14:6:
“«Io sono la via, la verità e la vita; nessuno viene al Padre se non per mezzo di Me!»
Il mio sfogo di lacrime aumentò d’intensità e finalmente, senza sapere se la mia fosse una preghiera, cominciai a rivolgermi a Gesù ad alta voce, parlandogli delle mie angosce fino a che non mi assopii in qualche specie di dormiveglia… Non so se fu un sogno o una visione, ma vidi un uomo col corpo lacerato che sotto il peso di una croce pesante scalava il pendio di un monte in mezzo alla folla. Continuava a cadere sotto il fardello della croce, così mi rivolsi alla folla, dicendo: “Non ce la farà mai! È troppo pesante per il suo corpo spezzato”! Lui si voltò verso di me e, con uno sguardo d’amore misericordioso che non dimenticherò mai, mi disse: “Su questa croce ci sono tutte le angosce della tua anima… Le ho portate per te, affinché tu non debba più farlo! Vieni e seguimi!”
Quel giorno promisi a Gesù che l’avrei seguito e servito per tutto il resto della mia vita …
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La mia storia non finisce qui, continua! Non perdetevi il prossimo capitolo della mia “Biografia” che pubblicherò presto su questo stesso sito.
Per i capitoli precedenti, cliccate: http://renatoamato.com/it/diario/biografia/
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Caro fratello, ho sentito più volte il tuo racconto, la tua testimonianza, e, rileggerla adesso, mi ha dato le stesse emozioni. Sono felice che lentamente il tuo libro autobiografico, che tante volte ti ho spinto a scrivere, stia prendendo corpo. Sarà per molti una lettura ispirante e fonte di tanta energia positiva, di speranza, d’amore, di fede vissuta con coraggio e tenacia. Ti abbraccio forte, sei sempre nel mio cuore insieme a Patrizia. Con Immenso Amore, vostro Nino Carta.
Bella storia, commovente ed emozionante! Dio ti benedica Renato.
Carissimo Renato la tua storia mi ha colpito molto, sembra che la vita senza questi segni sia poca cosa. Anch’io sto guardando alla finestra della mia vita, in questo periodo, avrei bisogno di risposte che non ho, di avere qualcuno che creda in me e allora leggendo questo tuo racconto si è riaccesa la speranza, la gioia che Gesù mi ama e crede in me e che tanti avvenimenti che ci succedono possono essere segni importanti per ascoltare Gesù e capire che la nostra vita può essere solo in Lui.
Ti ringrazio e continuerò a leggerti.
Un abbraccio a te e a Patrizia con amore.
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