Anni fa, mentre mi avviavo al servizio missionario a tempo pieno, lessi che alla domanda: “Perché gli operai della mèsse sono sempre così pochi?” (Luca 10:2), il famoso Evangelista, Paul Rader, rispose: “Non si fanno spezzare abbastanza in fretta! E Dio può solo usare servi spezzati”!
L’articolo continuava: ““È vero! Dio può solo usare servi spezzati, nessun altro! Gli altri contano troppo sulle proprie forze! Dio deve frantumarli, scioglierli e rimodellarli nelle mani del Vasaio per renderli vasi migliori, ma non li costringerà! Il processo di rottura dipende da te, dalla tua arrendevolezza e disponibilità ad esser reso disponibile, nell’umiltà totale, che è sinonimo di amore totale, così che sei disposto ad andare ovunque, in qualsiasi momento, per fare qualsiasi cosa, per chiunque, pur restando nessuno, pur di compiacere Dio e poter aiutare gli altri!”
Queste parole mi ispirarono a dare la mia vita al servizio a tempo pieno per Dio e gli altri, fino a quando, 32 anni dopo, il Signore me le riportò in mente, avvertendomi che stava per spezzarmi di nuovo, per fare di me “un altro vaso” (Geremia 18:4), più adatto all’uso del Maestro e pronto al nuovo ministero che stava per assegnarmi. Per evidenziare ciò che stava per fare nella mia vita, il Signore mi condusse a leggere la seguente:
Storia di Bambù
C’era una volta un bellissimo giardino che il Signore amava percorrere nelle ore più fresche della sera. Tra tutte le piante del giardino, la più bella ed amata era il nobile Bambù, che si faceva sempre più leggiadro con il passare degli anni. Bambù sapeva che il suo Signore lo amava e lo osservava con gioia, ma si manteneva modesto e gentile. Spesso, quando il Vento scherzoso percorreva il giardino, Bambù dimenticava ogni decoro per ondeggiare felice nella danza. Si piegava e fletteva, si slanciava ed inchinava in un gioioso abbandono, dirigendo la grande danza del giardino che il Signore amava tanto.
Un giorno il Signore si avvicinò a contemplare il suo caro Bambù. Con uno sguardo pieno di curiosità e trepidazione, Bambù lo salutò con un inchino, piegandosi al suolo per esprimere il suo amore.
Il Signore gli disse: “Bambù, Bambù, desidero usarti”.
Bambù rispose: “Signore, sono pronto, fa’ di me secondo la Tua volontà”.
“Bambù”, disse il Signore con un tono di voce serio, “dovrò prenderti e tagliarti”.
Bambù provò un brivido di terrore. “Ta … gliar … mi? Tagliare me, Signore, che Tu hai fatto così bello nel Tuo giardino? No, Signore! Fa’ di me ciò che ti fa piacere, ma ti prego, non mi tagliare!”
“Caro Bambù”, disse il Signore con un tono ancora più grave, “se non posso tagliarti, non posso usarti”.
Vi fu silenzio. Il Vento trattenne il respiro. Bambù chinò lentamente il capo orgoglioso e sussurrò: “Signore, se solo tagliandomi puoi usarmi, sia fatta la tua volontà: tagliami”.
“Bambù, caro Bambù, taglierò anche le tue foglie e i tuoi rami.”
“Signore, abbi pietà! Tagliami e getta la mia bellezza nella polvere, ma perché togliermi le foglie e i rami?”
“Bambù, ahimè, se non li taglio, non potrò usarti.” Il sole nascose il suo volto. Una farfalla si allontanò timorosa.
Bambù ebbe un tremito. Poi sussurrò: “Signore, taglia.”
“Bambù, ti dividerò a metà e ti strapperò il cuore. Altrimenti non potrò usarti”. “Signore, taglia, dividi!”
Il Signore del giardino, dunque, prese Bambù, lo tagliò, lo denudò dei suoi rami e delle foglie, lo divise in due e ne tolse via il cuore. Sollevandolo gentilmente, lo portò ad una sorgente di acqua fresca in mezzo ai campi aridi e assetati.
Il Signore poi pose un’estremità del suo amato Bambù nella sorgente, e l’altra estremità nel fosso che conduceva l’acqua ai campi.
La sorgente gli diede il benvenuto. Le acque limpide sprizzarono con gioia attraverso il suo corpo spezzato, fino ai campi trepidanti.
Nei campi fu piantato del riso. Lentamente i germogli crebbero. Venne poi il giorno del raccolto e Bambù, una volta così glorioso nella sua maestosa bellezza, ora giaceva ancora più glorioso in sottomissione e umiltà.
Nella sua bellezza era stato un’espressione abbondante di vita, ma nella sua umiltà era diventato un canale che traboccava vita abbondante per il mondo del suo Signore!
“Se uno vuol venire dietro a Me, rinunci a se stesso, prenda la sua croce e Mi segua. Perché chi vorrà salvare la sua vita, la perderà; ma chi perderà la sua vita per amor Mio e del vangelo, la salverà.” (Marco 8:34,35)
“In verità vi dico che, se il granello di frumento caduto in terra non muore, rimane solo; ma se muore, produce molto frutto.” (Giovanni 12:24)
… la mia vita!
Questa è stata la storia della mia vita negli ultimi tre anni. Quando pensavo di star facendo un’opera stupenda, il Signore mi mise da parte in un luogo solitario, dove mi spezzò e mi rimodellò in “un altro vaso”. Poco più di un anno fa, ho avuto due infarti, e il mio cuore ha subito un arresto cardiaco. Riportato in vita con il massaggio cardiaco, vidi il bisogno dei “cuori spezzati”!
Mentre ero in cura intensiva, collegato ai monitor che controllavano il battito del cuore, vidi il bisogno non solo degli altri pazienti ricoverati in cardiologia, ma anche quello delle infermiere e dei dottori! Il Signore mi mostrò che il mondo intero è pieno di cuori spezzati e che questo sarebbe stato il mio nuovo ministero: “La guarigione dei Cuori Spezzati”!
Ora gioisco e sono immensamente grato, “perché il Potente ha fatto per me cose grandi, e Santo è il suo nome!” (Luca 1:49).
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