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La vita, la morte e la resurrezione!

resurrectionOgni anno, durante la settimana che precede la Pasqua, c’è gente in tutto il mondo che ricorda la passione e morte di Gesù sulla croce e alcuni si domandano che cosa lo ha spinto a dare così tanto, a sacrificare la Sua vita per noi! Che sulla croce Gesù non sia stata una vittima è evidente, perché Lui stesso aveva detto: “Nessuno mi toglie la vita, ma la depongo di Mia volontà. Io ho il potere di deporla e ho il potere di riprenderla” (Giovanni 10:18).

Questa è un’affermazione difficile da capire per chi non ha mai sperimentato qualche tipo di morte e resurrezione nella vita, o non ne capisce lo scopo perché è legato al suo presente e a ciò che crede di possedere per sempre.

Se ci si ferma a riflettere però, vediamo che la vita è fatta di tante “morti” e “resurrezioni”, e di solito sono queste che ci fanno maturare e portare frutto. Ogni volta che siamo costretti a separarci da qualcosa o qualcuno a cui teniamo molto, è come se sperimentassimo un tipo di “morte interiore“, perché dobbiamo lasciare andare quelle che consideravamo certezze, ma che si sono rivelate illusioni. La verità è che la vita stessa è transitoria, e non c’è niente di permanente in questo mondo a cui possiamo attaccarci per sempre. Prima o poi dovremo mollare la presa e lasciarle andare …

lilac-crossLa buona notizia è che ogni volta che qualcosa in noi muore, c’è qualcosa di meglio che ci attende e che sta per rinascere in noi, facendoci sperimentare una specie di “resurrezione” … Questo è il messaggio della croce! Gesù conosceva bene questo principio, infatti disse: “In verità vi dico che se il granello di frumento caduto in terra non muore, rimane solo; ma se muore, produce molto frutto” (Giov. 12:24).

Alcuni cristiani pensano che essere discepoli di Cristo significa solo poter godere i “benefici” del credere in Lui e che la via della croce non sia per noi, ma si sbagliano! Sebbene noi non siamo chiamati a portare la Sua croce, un peso che solo Gesù poteva portare per la nostra salvezza, siamo però chiamati a portare la nostra croce, perché Lui ha detto: “Se uno vuole venire dietro a Me, rinneghi se stesso, prenda ogni giorno la sua croce e Mi segua. Chi vorrà salvare la sua vita, la perderà; ma chi la perderà per amor Mio, la salverà” (Luca 9:23,24).

Notare che Gesù disse di prendere la nostra croce “ogni giorno”. Al contrario della croce di Cristo, che “fu offerto una sola volta per prendere su di Sé i peccati di molti” (Ebrei 9:28), la nostra non è una che si prende una sola volta nella vita e poi “tutto è compiuto” (Giov.19:30) ma noi siamo chiamati a prenderla “ogni giorno”, non cercando di risparmiare noi stessi, ma continuando a morire a noi stessi per “produrre molto frutto” (Giov.12:24).

L’apostolo Paolo disse: “Io muoio ogni giorno” (1Cor. 15:31), e il frutto e i risultati che portò con la sua vita sono evidenti. Se vogliamo essere discepoli di Gesù, noi siamo chiamati a morire “ogni giorno”, perché Lui disse che “chi non porta la sua croce e Mi segue, non può essere Mio discepolo” (Luca 14:27). “Il discepolo non è più del suo maestro, né il servo più del suo signore” (Matt. 10:24). “Se uno mi serve, Mi segua; dove sono Io, sarà anche il Mio servo” (Giov. 12:26). Paolo aggiunse che “a noi è stata dato non solo di credere in Lui, ma anche di soffrire per Lui, sostenendo la stessa lotta che abbiamo visto in lui” (Fili.1: 29).

Qual è lo scopo della vita, morte e resurrezione? Nel caso di Gesù, “era necessario che Lui soffrisse e risuscitasse dai morti, e che nel Suo nome si predicasse il ravvedimento e il perdono dei peccati a tutte le genti” (Luca 24:46), perché è solo così che anche noi siamo riscattati dalla morte e possiamo sperimentare a nostra volta la resurrezione. Gesù Cristo era pienamente consapevole di questo, infatti lo aveva annunciato più volte, dicendo che era “venuto per dare la sua vita come prezzo di riscatto per molti” (Matteo 20:28).    

Se Gesù è morto al posto nostro, cos’è che in noi deve morire “ogni giorno”? È il conflitto interiore fra i desideri della nostra anima, che è legata alle sue vecchie passioni e desidera preservare se stessa, e il “nuovo spirito” (Ezec. 36:26) che vive in noi da quando abbiamo creduto in Gesù, e che desidera emergere e farci sperimentare la Sua resurrezione.

La vita, la morte e la resurrezione di Cristo ci indicano “la via” che ha spianato per noi. “A questo infatti noi siamo stati chiamati, perché Cristo ha sofferto per noi, lasciandoci un esempio, affinché seguiamo le Sue orme” (1Pie. 2:21). Non cerchiamo dunque di salvare noi stessi, ma abbracciamo la nostra croce “ogni giorno”, perché così saremo discepoli di Gesù, che “per la gioia che gli era posta dinanzi sopportò la croce, disprezzando l’infamia, e si è seduto alla destra del trono di Dio” (Ebrei 12:2).

“Chi vorrà salvare la sua vita, la perderà; ma chi l’avrà perduta per amor Mio, la ritroverà” (Matteo 16:25).
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“Il pianto può durare per una notte, ma al mattino erompe un grido di gioia”
(Salmo 30:5).

AUGURI DI BUONA PASQUA A TUTTI!

Renato e Patrizia

 

email@renatoamato.com

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1 thought on “La vita, la morte e la resurrezione!”

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